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Le passioni visive di Marino Marini arrivano a Venezia

L’intimità degli ambienti della Collezione Peggy Guggenheim, seconda tappa della mostra dopo Palazzo Fabroni a Pistoia, consente una inedita lettura di più di cinquanta sculture dell'artista toscano e di venti opere, dall’antichità al ‘900, con cui la sua scultura si è confrontata VENEZIA - Dopo Pistoia, la mostra Marino Marini. Passioni visive approda, dal 27 gennaio, nelle sale della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. L'esposizione è la prima retrospettiva mai realizzata dedicata a Marino Marini, a cura di Barbara Cinelli e Flavio Fergonzi, con la collaborazione di Chiara Fabi, che ha già riscontrato un grande successo nella città toscana. Sono oltre 50 le sculture in esposizione che consentono una lettura inedita, concentrata e ravvicinata negli ambienti intimi della sede veneziana.  A rendere ancora più avvincente la rassegna è anche il dialogo serrato tra le sculture dell’artista toscano e quelle della tradizione plastica, cui l’artista ha fatto riferimento per elaborare il propio linguaggio e la propria cifra stilistica. Nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni sono infatti presenti alcuni esempi di scultura dei secoli passati, dall’antichità egizia a quella greco-arcaica ed etrusca, dalla scultura medievale a quella del Rinascimento e dell’Ottocento. Ogni sala, in un percorso della produzione di Marino Marini che si estende dagli anni '20 agli anni '50, mette in scena questo dialogo, che riesce ad offrire nuovi punti di vista, inaspettati e criticamente innovativi, intorno ai temi affrontati dallo scultore, travalicando i limiti della cronologia, degli stili e delle periodizzazioni. La mostra, organizzata in collaborazione con la Fondazione Marino Marini, si avvale di un Comitato scientifico composto dai curatori e da Philip Rylands, Salvatore Settis, Carlo Sisi e Maria Teresa Tosi.  L’esposizione, visitabile fino al 1 maggio,è accompagnata da una pubblicazione  edita da Silvana Editoriale, con saggi dei curatori Flavio Fergonzi, Barbara Cinelli, contributi di Chiara Fabi, Gianmarco Russo, Francesco Guzzetti e un ampio apparato iconografico. ...

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